Cefalea tensiva

La cefalea tensiva è la forma più diffusa di “mal di testa”. L’insorgenza della cefalea tensiva è nell’età giovanile, con un successivo declino nell’età presenile. Questo tipo di mal di testa, può essere sia episodico (se capita raramente), sia cronico, se si presenta per più di 15 giorni in un mese o per oltre 6 mesi l’anno. La forma episodica è causata da sforzi o errori di postura, mentre quella cronica dipende da modificazioni funzionali del sistema nervoso centrale.

Le principali caratteristiche della cefalea tensiva sono:

– dolore, lieve o moderato, localizzato in zona frontale o a livello della nuca (zona occipitale);

– dolore percepito come un peso o un cerchio alla testa, tipo morsa o pressione, mai pulsante ma ondulante;

– può durare da mezz’ora a una settimana;

– non peggiora con il movimento fisico;

– migliora con attività e specifici esercizi rilassanti;

– in genere non è associata ad altri sintomi, come il vomito;

– può essere accompagnata da fotofobia (il dolore è aggravato dalla luce) o fonofobia (i suoni peggiorano il mal di testa).

Le cause della cefalea tensiva non sempre sono individuabili, tuttavia se si esclude la presenza di disfunzioni oromandibolari o del cavo orale e l’abuso di alcuni farmaci, occorre necessariamente prendere in considerazione la possibilità che il sintomo sia legato a stress psicosociali intensi, disturbi d’ansia o depressivi. La causa scatenante induce una contrazione continuativa dei muscoli intorno al capo e al collo determinando un danno a livello dei tessuti e quindi un processo infiammatorio.

 

TRATTAMENTO

La terapia della cefalea tensiva è di tipo multidisciplinare: farmaci miorilassanti, diario per facilitare l’identificazione dei fattori scatenanti, dei sintomi e della frequenza degli attacchi, regolamentazione dello stile di vita, psicoterapia individuale di tipo cognitivo comportamentale, fisioterapia (correzione postura, mobilizzazione, manipolazioni spinali, massaggi). Non esiste una vera e propria cura della cefalea tensiva, che almeno nella sua predisposizione rimane cronica, ma gli episodi possono essere significativamente ridotti intervenendo sui fattori psicologici che tendono a mantenere l’iperattivazione del sistema nervoso autonomo e la relativa contrazione involontaria della muscolatura coinvolta.
 


 

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