I disturbi del sonno in infanzia e adolescenza. Il 25% di bambini ne soffrre. Ecco come studiarli e affrontarli

perinatale

Alla metà del XX secolo Giuseppe Moruzzi, padre della fisiologia pisana, e Horace Magoun, fisiologo statunitense, descrivevano il sonno come un processo fisiologico caratterizzato da  ridotta risposta agli stimoli ambientali e originato dall’interazione di specifici centri cerebrali. Oggi sappiamo che il sonno svolge una funzione centrale per la sopravvivenza, lo sviluppo e il mantenimento dell’omeostasi. Durata, qualità e architettura del sonno mutano con l’età, favorendo la maturazione cerebrale tramite la secrezione di ormoni coinvolti nei processi di crescita. Il fabbisogno di sonno diminuisce col tempo: il neonato dorme 16-18 ore ed il sonno è distribuito uniformemente durante le 24 ore; a 3-5 anni si dorme 11 ore , tra i 10-11 anni 10 ore, in età adulta 7-8 ore. I cicli di sonno, numerosi e brevi della prima infanzia (45 minuti), si riducono di numero e divengono più lunghi con la crescita (90-110 minuti in adolescenza). 

I disturbi del sonno sono presenti nel 25% dei bambini. Secondo la Classificazione Internazionale dei Disturbi del Sonno (ICSD-3, 2014) si distinguono 6 categorie diagnostiche (insonnia, disturbi respiratori notturni, ipersonnie, disturbi del ritmo circadiano, parasonnie, disturbi del movimento). Nella prima infanzia sono maggiormente rappresentati il disturbo da apnee notturne e i disturbi dell’addormentamento con coliche addominali; nell’età scolare le parasonnie (sonnambulismo, pavor notturno); in adolescenza i disturbi del ritmo circadiano, l’insonnia o l’ipersonnia diurna.. Esiste una predisposizione all’associazione tra disturbi fisici (ipertrofia tonsillare, sideropenia, allergia), mentali (ansia e umore), neurologici (epilessia e cefalea), genetici (sindrome di Rett e di Prader-Willy). E’ frequente l’associazione con i disturbi del neurosviluppo (80% dei casi), quali il Disturbo dello Spettro autistico e il Disturbo da Deficit di Attenzione ed Iperattività (ADHD).  Oggi non si parla più di insonnia primaria o secondaria, ma di coesistenza tra condizioni mediche, disturbi mentali e disturbi del sonno: molto raramente l’insonnia è un disturbo a se stante, ma fa parte del corteo sintomatologico di patologie neuropsichiatriche o internistiche…

 

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