29 Mar
Guarire dall’Alzheimer? La risoluzione di questo grave disturbo è ancora lontana, ma le cose potrebbero migliorare (e non poco) grazie alle ricerche del Politecnico Federale di Losanna in Svizzera che avrebbe messo a punto un’importante scoperta.
Si tratterebbe di una capsula che “pulisce” il cervello dalle proteine beta-amiloidi, responsabili della demenza e dell’Alzheimer.
Il rimedio si impianta sottocute e rilascia gradualmente anticorpi nel cervello per evitare il sovraccumolo delle proteine beta-amiloidi, prima che possano formarsi placche dannose.
La capsula, chiamata “dispositivo macro incapsulazione” ha una lunghezza di 27 millimetri e uno spessore di 1,2 mm ed è costituita da materiali biocompatibili con due membrane permeabili.
Lo studio è stato sperimentato su dei topolini suscettibili alla malattia su cui la monitorazione del funzionamento della capsula è stata monitorata nell’arco di trentanove settimane. È stato notato che nel cervello dei roditori si era enormemente ridotta la concentrazione di proteine beta-amiloidi.
Secondo gli autori della ricerca, Gerhard Leinenga e Jurgen Gotz, la nuova tecnica può dimostrarsi molto efficace, soprattutto se applicato negli stadi iniziali del disturbo, ovvero quando le placche non hanno danneggiato irrimediabilmente le sinapsi ed il recupero della memoria è ancora parzialmente reversibile. Diversamente dai trattamenti tradizionale, secondo gli rapporti, questa nuova tecnica risulta molto più sicura poiché non provoca effetti collaterali.
Approfondimento Alzheimer: sei cose da sapere
L’Alzheimer è una delle malattie che fa più paura perché colpisce la mente e cancella in modo più o meno grave la memoria. Infatti la caratteristica più comune dell’Alzheimer è la difficoltà nel ricordare eventi recenti. Oltre a questa difficoltà si possono avere sintomi come disorientamento, cambiamenti d’umore, depressione, incapacità di prendersi cura di se stessi e problemi nel comportamento, che portano ad un progressivo isolamento.
L’Alzheimer è anche una delle patologie più difficile da diagnosticare perché non si conosce con certezza la sua origine. L’unica indicazione medica consiste nel tenere sempre in allenamento il cervello e prestare attenzione alla dieta alimentare, deterrenti che secondo ricerche recenti potrebbero diminuire la probabilità di contrarre questa malattia.
Il morbo dell’Alzheimer è stato descritto per la prima volta nel 1906 dallo psichiatra e neuropatologo tedesco Alois Alzheimer. Da allora, il cammino per trovare una cura è ancora molto lungo.