DOPO LA CONDANNA DEL CONSIGLIO D’EUROPA

DOPO LA CONDANNA DEL CONSIGLIO D’EUROPA
Donatella Marazziti:  “La difficoltà ad abortire si somma al trauma dell’aborto di cui nessuno vuole parlare”. 
A seguito della condanna da parte del Consiglio d’Europa relativo all’accesso alle terapie per interrompere della gravidanza, la Fondazione BRF Onlus – Istituto per la Ricerca in Psichiatria e Neuroscienze sensibilizza l’opinione pubblica rispetto al tema in questione. “Abortire spesso è un trauma per la difficoltà che si riscontra nel nostro Paese – spiega la Prof.ssa Donatella Marazziti, psichiatra e responsabile ricerche della Fondazione BRF Onlus – Istituto per la ricerca in Psichiatria e Neuroscienze – ma anche per la solitudine psicologica della donna che si trova di fronte a problematiche che coinvolgono non solo la soppressione di un figlio potenziale, ma anche la sua sessualità, il suo ruolo, il rapporto col partner, il futuro della relazione. Ovviamente è importante anche il significato che la donna dà alla gravidanza, intanto se è voluta o frutto di violenza, se viene considerata un ostacolo alla realizzazione personale o un completamento della donna stessa e della relazione, e di come l’ambiente percepisce l’evento”. 
Al momento non esistono degli studi specifici in grado di ricostruire questo argomento che ben si presta a interpretazioni e manipolazioni ideologiche, e che è al centro del romanzo “Quel Fiume è la notte” di Flavia Piccinni, candidato al premio Strega da Dacia Maraini e Lidia Ravera. 
“L’interruzione volontaria di gravidanza – continua la Prof.ssa Marazziti – è quasi sempre un momento drammatico nella vita di una donna che la espone a uno stress non indifferente. Molte donne infatti presentano successivamente all’igv una serie di sintomi riferibili a un disturbo post-traumatico da stress come ruminazioni continue sull’evento, flashback dolorosi, insonnia, irritabilità e una sorta di anestesia affettiva e distacco emozionali dagli altri e dal mondo circostante. Le forme cliniche possono essere da lievi a gravi, e insorgere da subito dopo ad alcuni anni. In certi casi può svilupparsi una vera e propria depressione, spesso aggravata dalle difficoltà che precedono l’aborto e che il Consiglio d’Europa ha così criticato oggi”.