Esiste un collegamento tra farmaci anticolinergici e demenza?

I ricercatori dell’Indiana University School of Medicine hanno dimostrato il nesso tra le persone che assumono anticolinergici e la loro difficoltà nei test di memoria.
Il nuovo studio ha analizzato i cambiamenti fisici dei pazienti che fanno uso degli anticolinergici, usando tecniche di scansione del cervello, ed ha trovato un metabolismo più carente e una dimensione del cervello ridotta.
Per la ricerca, gli autori dello studio hanno esaminato le immagini del cervello di quattrocentocinquanta adulti, con un età media di 73 anni, di cui sessanta in cura da almeno un mese con medicinali anticolinergici.
Analizzando le immagini, i ricercatori hanno notato che nei pazienti che assumono anticolinergici, il livello di metabolismo del glucosio nell’ippocampo –  conosciuto per essere associato alla memoria e per essere attaccato nella prima fase dell’Alzheimer – è minore. 
I test hanno inoltre evidenziato risultati inferiori rispetto a quelle riscontrate in pazienti che non utilizzano questo farmaco tanto nelle prove di memoria quanto in altre situazioni, come il ragionamento verbale, la pianificazione e la risoluzione dei problemi. 
“Questi risultati ci forniscono una migliore comprensione di come tale classe di farmaci possa agire sul cervello in modi in grado di aumentare il rischio di danno cognitivo e demenza“, ha detto Shannon Risacher, dell’Indiana Alzheimer Disease Center di Indianapolis, sottolineando inoltre che “I benefici dei farmaci anticolinergici possono far superare il rischio di danni a livello cognitivo, ma se sono disponibili terapie alternative efficaci, i medici dovrebbero evitare di prescrivere anticolinergici secondo quanto il test ha appena dimostrato”.