Non-celiac gluten sensitivity: un legame fra psichiatria e intestino

Elena Lionetti è una giovane ricercatrice dell’Università di Catania, che ha appena pubblicato il caso clinico di una quattordicenne vittima di un’intolleranza al glutine che manifestava sintomi psicotici.  Mario Campanella, membro del comitato scientifico BRF, l’ha incontrata per discutere della nuova frontiera di ricerca che riguarda il sistema immunitario, l’intestino e i disturbi psichici
Perché questo studio?
Il caso che ho descritto è l’unico caso con disturbi psicotici in cui ho effettuato una diagnosi di non-celiac gluten sensitivity anche se si tratta di un campo in continua esplorazione.
Mi pare che siano pochi i casi descritti sinora in letteratura.
In realtà è stato descritto un altro caso di psicosi correlata alla non-celiac gluten sensitivity, diagnosticato in età adulta ma i cui sintomi erano già presenti durante l’infanzia. Studi recenti riportano una possibile associazione tra altri disturbi psichiatrici, come l’autismo, la depressione e la schizofrenia, e la non-celiac gluten sensitivity; tuttavia, il reale ruolo del glutine come fattore scatenante di queste patologie dovrà essere chiarito da studi prospettici disegnati ad hoc per questo scopo. 
Possiamo chiarire il processo per cui si arriva a una possibile compromissione psichiatrica dalla intolleranza al glutine?
Il glutine è potenzialmente tossico per tutta la specie umana, in quanto non possediamo gli enzimi necessari per digerirlo; tuttavia la gran parte di noi lo elimina evitando così che crei “problemi”. Il meccanismo proposto alla base dei disturbi psichiatrici nella non-celiac gluten sensitivity è un’alterazione della barriera intestinale (“leaky gut”) che comporta un assorbimento anomalo del glutine che può raggiungere il sistema nervoso centrale dove può stimolare i recettori oppioidi del cervello o causare in generale neuro-infiammazione.
Si tratta dunque di un altro work in progress per la medicina. 
La non-celiac gluten sensitivity è una condizione di cui sappiamo ancora poco; la sua definizione risale solo al 2013 e molto dobbiamo capire del suo fattore causale (glutine o grano?), della patogenesi, dei sintomi correlati, dei marcatori diagnostici e della relazione di dose/effetto. Per questo motivo, sono molti i casi che purtroppo sfuggono alla diagnosi o che al contrario sono diagnosi errate. Solo una maggiore conoscenza del problema ci porterà nel tempo a identificare correttamente tutti i casi affetti.