Lucca In Mente, ecco i profondi racconti e le toccanti poesie delle ragazze e dei ragazzi che hanno partecipato al concorso indetto dalla Fondazione BRF

Lucca in Mente

All’interno della kermesse “Lucca In Mente”, che si è tenuta dall’8 all’11 luglio, un momento molto sentito e molto partecipato c’è stato con la premiazione, nella splendida cornice di Villa Bottini a Lucca, dei ragazzi che hanno partecipato al concorso indetto dalla Fondazione BRF.

A partecipare numerose scuole della provincia di Lucca e oltre 300 alunni tra scuole elementari e scuole medie. La Fondazione BRF, grazie all’assoluta disponibilità del Provveditore agli Studi di Lucca, dei dirigenti scolastici e degli insegnanti, ha chiesto alle bambine e bambini delle elementari di rappresentare con disegni le emozioni primarie al tempo del Covid. Mentre alle ragazze e ai ragazzi delle scuole medie è stato chiesto di tratteggiare gli stati d’animo tramite racconti brevi o poesie.

Gli elaborati che sono arrivati alla Fondazione sono stati a dir poco spettacolari, toccanti ed emozionanti. Come ha avuto modo di spiegare il presidente della Fondazione BRF, il professor Armando Piccinni, intervenuto alla premiazione, “i disegni e i testi che ci sono giusti dimostrano un grado di consapevolezza di quello che abbiamo vissuto non comune”.

 

Clicca qui per conoscere i sette finalisti del concorso “TESTI”

 

Ecco, invece, i testi dei primi tre classificati:

 

TERZO POSTO – ELISA BALDERI (Scuola secondaria di primo grado I.C. Pescaglia)

All’attenzione del Sig. Sars-Covid-2,
Di certo non ti ringrazio, un mese chiusa in casa, con la DAD e non ho potuto nemmeno, e non posso ancora oggi, vedere i miei amici e scherzarci.
In realtà, lo sai, ti odio, ti odio veramente tanto.
In questa lettera ti voglio parlare di come mi hai fatta sentire. In particolare della paura, della paura di avere ansia, di avere degli attacchi di panico, così, all’improvviso, senza un motivo.
Delle volte gli attacchi iniziavano vedendo un film, le persone senza mascherina, i ragazzi e le ragazze che prendevano il pulmino e andavano a scuola.
Il mostro invisibile che alloggiava dentro di me, armato di tutto il necessario, iniziava a salire su per la gola arrivava agli occhi, poi si trasformava in una semplice lacrima.
Lacrima dopo lacrima avevo la faccia tutta bagnata, come se l’avessi lavata.
Il mostro mi prendeva la gola e non mi faceva respirare, nessuno poteva fermarlo, era gagliardo, tenace, come un eroe dell’Odissea.
Il mostro prendeva poi degli aghi della sua sacca, ad uno ad uno li conficcava all’interno del mio corpo.
Il mostro si scioglieva diventando sudore, che bagnava tutto il letto.
Lo so, è sgradevole ma voglio farti sentire cosa provavo, come mi sentivo, a causa tua.

Iniziavo a tremare come una foglia in autunno. Queste orrende, sgradevoli sensazioni duravano un’ora. Tutto questo finiva, ma poi, la mattina seguente, avevo di nuovo paura.

Spero che tu mi risponda. Di certo non mi scuserò di averti disturbato.

Saluti

P.s. Puoi smettere di saltare di persona in persona?

Elisa Balderi

 

SECONDO POSTO – AMINE EL HOUARI (Scuola secondaria di primo grado I.C. Capannori)

La tristezza è pioggia
sul mio volto,
la tristezza è goccia
di dolore,
la tristezza è sfogo,
richiesta di aiuto
al cuore.

 

PRIMO POSTO – FEDERICO MALASPINA (Scuola secondaria di primo grado I.C. Pescaglia)

Caro Federico del futuro,
sono Federico del marzo 2020, qui siamo tutti in quarantena per il Covid-19. Siamo bloccati in casa, non possiamo neanche andare a scuola, facciamo la DAD.
Una cosa positiva è che stiamo con la famiglia e io ho la fortuna di averne una numerosa. Ho anche la fortuna di avere un giardino, poveri quelli che non ce l’hanno!

Caro Federico, alla televisione dicono che ormai siamo in piena pandemia, stanno morendo tante persone, ho paura, ma ho anche fiducia nei medici. Sì, medici proprio come te che sanno ascoltare e aiutare chi sta male, che non lasciano solo nessuno e vedono in ogni persona una vita da difendere.

Caro Federico, oggi sono veramente triste, ho paura per la mia famiglia, i miei parenti che sono lontani.
Mi mancano i miei amici, mi manca la mia squadra di calcio, la possibilità di incontrare nuove persone, abbracciare gli amici, cantare, vivere la mia vita… la nostra vita.

Caro Federico, siamo in estate! Finalmente ho potuto rivedere gli amici, mangiare un gelato, rivedere i parenti. Andare al mare è un po’ strano perché indossiamo sempre una mascherina E  non possiamo avere contatti stretti, ma sono felice ugualmente, non è la normalità, ma ci si avvicina.

Caro Federico, è il 16 ottobre 2020. No, no e poi no, nostro fratello Francesco si è ammalato di Covid, sono triste, spaventato, mi manca, la mamma dice che non sta male, è asintomatico, io sono
preoccupato lo stesso. Ognuno di noi deve stare isolato in una stanza perché non sappiamo se siamo negativi o positivi.

Non mi sono mai sentito così solo, parlo con Anna attraverso la porta, lei è piccola e non posso farle capire che ho paura, mi sembra tutto un incubo.

Caro Federico, Francesco è guarito e noi siamo tutti negativi, sono felicissimo! La situazione a volte migliora a volte peggiora, non sono molto convinto come all’inizio che passerà questo virus. Penso che ci vorrà tempo e prendiamoci questo tempo! Basta che il nostro sacrificio serva a stare meglio domani, sono metà e metà, un po’ triste e un po’ felice.

Caro Federico, quando rileggerai queste parole proverai una stretta al cuore e ti scenderà qualche lacrima perché è così e perché sei così. Ti commuovi sempre, ti farai tenerezza, spero che tu sia diventato la persona che vorrei essere e se non lo sarai diventato va bene lo stesso. Basta che tu sia felice e che in ogni momento della tua vita tu sappia affrontare con fiducia, speranza e gentilezza quello che verrà. Ora ti lascio ai tuoi pensieri e ai tuoi ricordi, non ti dimenticare il bambino che eri e che io sono, portalo sempre dentro di te vicino al cuore. Ora ti lascio perché sto piangendo dalla gioia anche se me ne vergogno un po’.