La longevità? Questioni di geni

Potrebbe sembrare una battuta dell’ultimo film di Paolo Sorrentino, The Youth, invece è uno studio appena pubblicato su Nature Communications dal Politecnico di Zurigo in collaborazione con il consorzio tedesco per lo studio dell’invecchiamento a Jena (JenAge). 
A quanto risulta da questo recentissimo studio, la nostra vita potrebbe migliorare di molto – allungando anche le aspettative di vita – grazie in 30 geni presenti nel nostro DNA. 
La ricerca è stata portata avanti su oltre 40.000 geni presenti nel Dna dei tre organismi più studiati dai genetisti: il verme Caenorhabditis elegans, il pesce zebra e il topo. Il risultato è stato sorprendente: sono infatti emersi 30 geni che influiscono sull’invecchiamento e che vengono regolati allo stesso modo nelle tre specie animali.  
Si tratta di uno 
‘Eredità” di un antico antenato comune, questi geni della longevità potrebbero essere presenti anche nell’uomo. Gli stessi ricercatori svizzeri e tedeschi pensano di avviare a breve un nuovo studio per verificare il loro impatto sull’invecchiamento.  Intanto il loro effetto e’ stato misurato nell’organismo più semplice, il verme C. elegans: bloccando selettivamente una dozzina di questi geni, i ricercatori sono riusciti ad allungare la vita dell’animale di almeno il 5%. Lo spegnimento di un gene in particolare, chiamato bcat-1, ha allungato la vita del verme addirittura del 25%