Il nostro cervello continuerebbe a ricordare le “lingue perdute”

La lingua madre di un neonato crea profili neurali che il cervello inconscio trattiene anni dopo anche se il bambino smette completamente di parlare quella lingua, come accade nei casi di adozione internazionale: un recente studio ha infatti provato per la prima volta che alcune tracce dei linguaggi “perduti” permangono nel cervello. 

Lo studio, che risale al 2014 ma che ci sembrava interessante e che abbiamo pensato di riproporvi qui sul sito della Fondazione BRF, è stato condotto su due gruppi di bambini, uno dei quali di lingua francese sin dalla nascita, e l’altro di lingua madre cinese ma adottato da neonati da una famiglia di lingua francese. 
E’ stato stupefacente notare che il profilo di attivazione cerebrale dei bambini di lingua cinese che sono stati adottati o hanno totalmente smesso di parlare la loro lingua corrispondesse quello dei bambini cinesi che hanno continuato a parlarla sin dalla nascita: si tratta di profili neurali che devono per forza essere stati acquisiti nei primi anni di vita, e sono completamente diversi da quelli dei bambini di madre lingua francese. Ciò suggerisce che non soltanto le informazioni acquisite nelle prime fasi della vita vengono mantenute nel cervello, ma che esse inconsciamente influenzino la processazione cerebrale per anni, e forse per tutta la vita. Le implicazioni di questa scoperta sono di grande portata, ed aprono la via a quesiti su quanto accade quando si reimpara qualcosa che si era già acquisito ma era stato dimenticato, nonché sull’influenza inconscia delle prime esperienze della vita sugli esiti dello sviluppo.