Disturbo affettivo stagionale, perché siamo depressi in base alle stagioni. I sintomi possono durare fino al 40% dell’anno

disturbo affettivo stagionale

Il disturbo affettivo stagionale (in inglese, Seasonal Affective Disorder o SAD), noto anche come “depressione stagionale”, è una condizione caratterizzata da sintomi depressivi che si manifestano ogni anno nel periodo del cambio stagione, di solito dalla primavera-estate all’autunno-inverno. Nella maggior parte dei casi, infatti, si verifica in autunno o in inverno (tanto che il disturbo è conosciuto anche come “depressione invernale” o “Winter SAD”), ma alcune persone esperire questa condizione anche in primavera/estate (e si parla, in questo caso, di “Spring SAD”). Il SAD è considerato un disturbo relativamente comune, con una prevalenza che tende a variare tra le popolazioni, con maggiore prevalenza a latitudini più elevate per motivi riconducibili alla foto-esposizione.

Il disturbo affettivo stagionale non è elencato nel Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali (DSM-5-TR) come entità nosologica separata, ma è presente come specificatore “con pattern stagionale” all’interno del capitolo relativo ai disturbi dell’umore. Considerare la stagionalità come uno specificatore dei disturbi dell’umore deriva dal fatto che circa il 70% delle persone depresse riporta sintomi più intensi durante l’inverno e meno intensi durante l’estate. Per soddisfare i criteri diagnostici del DSM-5 per il Disturbo Depressivo Maggiore con pattern stagionale, la depressione deve essere presente solo in un periodo specifico dell’anno (per es., in autunno o in inverno) e la remissione completa deve verificarsi in un periodo caratteristico dell’anno (per es., in primavera). Per poter formulare la diagnosi, individuo deve presentare almeno 2 episodi conclamati nei 2 anni precedenti, e gli episodi stagionali devono essere sostanzialmente più numerosi degli episodi non stagionali. Il SAD è una sindrome relativamente comune con effetti significativi sull’umore e sul funzionamento psicosociale. È particolarmente problematica in quanto è, per definizione, una sindrome ricorrente con sintomi che possono durare fino al 40% dell’anno…

 

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