Giovani e Covid. Autolesionimo e depressione. I ragazzi vittime predilette della pandemia. Isolamento, panico, ansia, mancanza di routine. Ecco perché bisogna agire prima che sia troppo tardi

Long-COVID

Veronica (nome di fantasia) ha 17 anni. Tanta paura per il futuro e una buona dose di incertezza anche sul presente, visto cosa abbia voluto dire “vivere il presente” nell’ultimo anno. «A scuola non capisco se ci devo andare o no. Abbiamo ripreso con la didattica in presenza, ma tra scioperi e manifestazioni di fatto non ci siamo mai entrati. Mi sento arrabbiata e destabilizzata», scrive in uno dei tanti portali nati ultimamente che hanno il lodevole obiettivo di raccogliere disagi e lamentele. Un sentimento, questo, più diffuso di quanto si possa credere. «Se è vero che ci sono famiglie contenitive per cui il tempo in casa è stata un’occasione per arricchire i propri rapporti – spiega a Professione Sanità la professoressa Maria Rita Parsi, psicoterapeuta e presidente della Fondazione Movimento Bambino Onlus – è altrettanto vero che per le famiglie disfunzionali o allargate, abituate dunque ad avere rapporti con l’esterno, la situazione drammatica è interamente ricaduta sui più giovani, specie sulla fascia degli adolescenti». Dai 13 anni in su ragazzi e ragazze cominciano ad avvertire l’esigenza di ritagliarsi i propri spazi, di crearsi propri nuclei, nel desiderio graduale di rendersi indipendenti: «Tutto questo – chiosa la professoressa Parsi – è terribilmente mancato in questi mesi».

Il vero problema, tuttavia, è che dinanzi all’emergenza – di per sé terribilmente imprevedibile – non siamo riusciti a rispondere a dovere: le principali agenzie educative cui i ragazzi dovrebbero fare riferimento, famiglia e scuola, sono entrate in crisi. E la conseguenza è che «quella che ormai è diventata la terza agenzia educativa, ovvero il web, è diventata la prima, con tutte le conseguenze del caso». Di fatto, in altre parole, quei canonici riti di passaggio che si vivono in età adolescenziale – il gruppo di amici, i primi amori, le prime sfide e i primi traguardi – si sono frantumati per essere affidati completamente al mondo virtuale. Ad acuire tale situazione ha senz’altro contribuito la DaD (Didattica a Distanza), che ha trovato impreparati tanto gli studenti quanto gli insegnanti, andando a complicare una situazione già di per sé disperata in molti casi…

 

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