DEPERSONALIZZAZIONE/DEREALIZZAZIONE

Le caratteristiche essenziali del disturbo di depersonalizzazione/derealizzazione sono episodi persistenti o ricorrenti di depersonalizzazione, derealizzazione o entrambi.

Con il termine depersonalizzazione ci si riferisce ad esperienze di irrealtà, distacco o alla sensazione di essere un osservatore esterno rispetto ai propri pensieri, sentimenti, sensazioni, corpo o azioni (ad esempio, alterazioni percettive, senso distorto del tempo, intorpidimento emotivo e/o fisico). Mentre, con il termine derealizzazione ci si riferisce a esperienze di irrealtà o di distacco rispetto all’ambiente circostante (per esempio, individui o oggetti sono vissuti come irreali, onirici, nebbiosi, senza vita o visivamente distorti).

Negli episodi di depersonalizzazione l’individuo può sentirsi distaccato dal suo intero essere (ad esempio, “non sono nessuno”, “non ho un sé”). Oppure, può sentirsi soggettivamente distaccato da aspetti del sé, come i sentimenti (ad esempio, “So di avere dei sentimenti, ma non li sento”), i pensieri (ad esempio, “I miei pensieri non li sento miei”, “La testa è piena di cotone”), l’intero corpo o parti di esso. L’esperienza di depersonalizzazione può talvolta essere un’esperienza di sdoppiamento del sé, con una parte che osserva e una che partecipa, nota come “esperienza extracorporea”.

Durante gli episodi di derealizzazione l’individuo può sentirsi come avvolto dalla nebbia, in un sogno o in una bolla, o come se ci fosse un velo o una parete di vetro tra lui e ciò che lo circonda. L’ambiente circostante può essere vissuto come artificiale, incolore o privo di vita. La derealizzazione è comunemente accompagnata da distorsioni visive soggettive, come sfocatura, tridimensionalità esagerata o alterazione della distanza o delle dimensioni degli oggetti. Possono verificarsi anche distorsioni uditive, in cui le voci o i suoni sono attenuati o accentuati.

Le persone con disturbo di depersonalizzazione/derealizzazione possono avere difficoltà a descrivere i loro sintomi e possono pensare di essere “pazzi” o di “impazzire”. Un sintomo comunemente associato è un’alterazione soggettiva della percezione del tempo (ad esempio, troppo veloce o troppo lento), così come una difficoltà soggettiva a rievocare vividamente i ricordi del passato e a considerarli personali ed emotivi. Un’esperienza comune è la paura di avere un danno cerebrale irreversibile. Non sono rari, inoltre, i sintomi somatici vaghi, come pienezza della testa, formicolio o stordimento. I soggetti possono sperimentare una ruminazione estrema o una preoccupazione ossessiva (ad esempio, essere costantemente ossessionati dal fatto di esistere realmente o controllare le proprie percezioni per determinare se appaiono reali).

Sintomi transitori di depersonalizzazione/derealizzazione che durano da ore a giorni sono comuni nella popolazione generale. In generale, circa la metà degli adulti ha sperimentato almeno un episodio di depersonalizzazione/derealizzazione nella vita. Tuttavia, la sintomatologia che soddisfa i criteri completi per il disturbo di depersonalizzazione/derealizzazione è decisamente meno comune dei sintomi transitori. La prevalenza a un mese nel Regno Unito è di circa l’1%-2%. Mentre in alcuni individui l’intensità dei sintomi può variare considerevolmente, altri riferiscono un livello di intensità costante che, in casi estremi, può essere costantemente presente per anni o decenni. I fattori interni ed esterni che influenzano l’intensità dei sintomi variano da un individuo all’altro, ma sono stati riportati alcuni fattori tipici. Le esacerbazioni della sintomatologia possono essere innescate dallo stress, dal peggioramento dell’umore o dei sintomi d’ansia, da ambienti nuovi o troppo stimolanti e da fattori fisici come la mancanza di sonno.