Disturbi alimentari: l’unica strategia vincente è un approccio multidisciplinare. Parla la psichiatra Laura Dalla Ragione, massima esperta nel campo: “In molte regioni mancano strutture adeguate. Occorre maggiore prevenzione”

Dalla ragione

Disturbi alimentari, parla la psichiatra Laura Dalla Ragione, massima esperta nel campo. L’intervista è tratta dal numero di settembre di Brain.

 

Dottoressa Dalla Ragione, quale tipo di legame è ravvisabile tra salute mentale e disturbi alimentari?
I Disturbi del comportamento alimentare (Anoressia, Bulimia, Disturbo da alimentazione incontrollata)  sono a tutti gli effetti patologie mentali classificate infatti nel DSM V (Manuale Diagnostico delle Malattie mentali) . Sono patologie del profondo che causano estrema sofferenza in chi ne è affetto e  non, come spesso si crede,  semplici mode culturali. Sono patologie severe, che riguardano in Italia quasi 3 milioni di persone e sono la seconda causa di morte per gli adolescenti dopo gli incidenti stradali. Una delle cause di morti più frequenti nell’anoressia , oltre le complicanze mediche legate alla malnutrizione, è il suicidio, in un rapporto di 1 a 6 nella popolazione normale. Una delle caratteristiche, simile alle altre patologie mentali gravi, è che non c’è consapevolezza di malattia, sono cioè patologie egosintoniche. I dati epidemiologici ci restituiscono anche un quadro drammatico come mortalità.

In che senso?
Nel 2019 sono decedute in Italia 2980 persone con diagnosi correlate a Disturbi alimentari. Questo ci fa capire l’urgenza  della costruzione di Centri specializzati in tutto il territorio nazionale e soprattutto della necessità di campagne di prevenzione adeguate. 

Quali sono, a suo avviso, le figure professionali che dovrebbero subentrare nei casi di un paziente con dipendenza da cibo?
C’è una concordanza scientifica internazionale sulla efficacia di un equipe multidisciplinare nel trattamento di queste patologie che riguardano la mente e il corpo. La strategia terapeutica vincente è un approccio a 360 gradi che aggredisca il disturbo in modo complessivo. 
Un esercito di medici, psicologi, nutrizionisti,  educatori, fisioterapisti , infermieri, che prenda in carico l’intera persona e non solo il sintomo. Queste figure devono lavorare insieme, costruendo un linguaggio comune che ricostruisca quella integrità tra mente e corpo che, in chi soffre di disturbi alimentari, è andata perduta . Il lavoro di équipe è la chiave di volta per il trattamento dei Disturbi Alimentari: anche il professionista più bravo, da solo, non ha possibilità di successo terapeutico con questo tipo di disturbo. Non esiste una figura più importante dell’altra, la cosa principale è che  il lavoro di squadra sia integrato.  

 

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