Dipendenza da cibo e disturbi psichiatrici, più di un legame. Lo studio della Fondazione BRF su Food Addiction e comorbidità psichiatriche: tutte le novità

disturbi alimentari

Il concetto che il cibo, in particolare quello altamente appetibile, può essere oggetto di dipendenza è stato intensamente dibattuto fin dal 1956, quando il professor Theron Grant Randolph propose per la prima volta il termine Food Addiction come «un modello comune di sintomi descrittivamente simili a quelli di altri processi di dipendenza». La Dipendenza da cibo è caratterizzata da sintomi psicologici e comportamentali di dipendenza simili a quelli che si manifestano nei tipici disturbi legati alle sostanze. Questi includono l’impulso a consumare la suddetta sostanza d’abuso e i conseguenti effetti fisiologici “da astinenza” se l’assunzione di cibo viene interrotta o ridotta.

La ricerca sulla dipendenza da cibo è però ostacolata dalla mancanza di una definizione formale di questa condizione, evidentemente distinta da altre dipendenze comportamentali o dai disturbi alimentari.

Le recenti tendenze come l’aumento dell’obesità, il cambiamento delle abitudini alimentari e la prevalenza delle malattie mentali, hanno suscitato l’interesse della comunità scientifica verso una corretta classificazione e costruzione della dipendenza da cibo. In particolare, l’evidenza di meccanismi neurobiologici difettosi condivisi, così come la frequente comorbidità tra disturbi alimentari, disturbi dell’umore e i disturbi legati alle dipendenze, potrebbero indicare non solo una ridefinizione della Food Addiction come un vero e proprio disturbo mentale, ma anche una revisione della dicotomia tra dipendenze da sostanze e comportamentali. Facciamo qualche esempio. Nei pazienti obesi, in cui la dipendenza da cibo è significativamente espressa, esiste una forte correlazione tra la condizione fisica e una maggiore prevalenza di molti disturbi psicologici tra cui disturbi dell’umore, disturbi d’ansia e rischio di suicidio…

 

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