Coronavirus, crescono i casi di suicidi. L’allarme della Fondazione BRF: «Rischio concreto che il fenomeno aumenti. Occorre Task-force nazionale e regionale»

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«L’incremento dei suicidi cui, in Italia e nel resto del mondo, stiamo assistendo, purtroppo non deve sorprenderci. Era prevedibile, dopo la drammatica emergenza sanitaria per l’epidemia da Covid-19, che potesse scoppiare anche un’emergenza di ordine psichiatrico». È questo l’allarme lanciato dal professor Armando Piccinni, psichiatra e presidente della Fondazione BRF – Istituto per la Ricerca in Neuroscienze e Psichiatria.

Nelle ultime settimane i casi di cronaca parlano di oltre dieci atti suicidari, da Nord a Sud. E se guardiamo all’estero non va meglio. Emblematico il caso del dentista canadese che, pare proprio per l’emergenza coronavirus, ha sparato sulla folla, uccidendo 16 persone. «Al di là dei singoli casi – spiega Piccinni – gli studi scientifici dimostrano che ogni qual volta siamo vittime di epidemie, crisi economiche, emergenze internazionali e cataclismi, assistiamo anche ad un incremento dei disturbi di natura mentale che possono portare, nei casi più estremi, a idee di auto-soppressione». «Queste manifestazioni – spiega ancora il presidente della Fondazione BRF – si inseriscono in un più ampio complesso di comportamenti che di regola segue periodi con altissimi livelli di stress e traumi di inaudita violenza. Dopo ogni trauma segue un periodo di rielaborazione e di paura, in cui ognuno reagisce con il proprio temperamento e resiste con la propria resilienza. Che i suicidi possano crescere numericamente è un rischio concreto se teniamo conto della gravità dei traumi che tante persone hanno subito».

Ciò che è previsto, dunque, è un’onda lunga di richieste di sostegno psicologico e psichiatrico per affrontare l’insorgenza di disturbi dell’umore e d’ansia. «Proprio per questa ragione – conclude Piccinni – la Fondazione BRF ha presentato un progetto, già all’attenzione delle istituzioni nazionali e di varie amministrazioni regionali, per fronteggiare l’emergenza psichiatrica e sociale, con la creazione di una Task-force. In questo progetto, sostenuto da diversi istituti universitari e di ricerca, ed enti professionali (psicologi e biologi), fondamentale sarà la rete che si andrà a creare tra la Task-force stessa, i medici di famiglia, gli enti del Terzo settore e il mondo del volontariato. Costruire una nuova comunità è l’unico modo per vincere questa battaglia».