Natale e Covid, l’intervista al prof. Piccinni: “Saranno feste diverse dagli anni passati. Dobbiamo stare vicini ai bambini e a chi è in isolamento”

Natale e Covid

Inutile dire che il Natale cui andiamo incontro sarà un Natale profondamente diverso rispetto agli anni passati, a causa della pandemia da Covid-19. Ed è altrettanto inutile dire che il periodo che stiamo vivendo è profondamente critico e tocca tutti, o per ragioni prettamente sanitarie o per ragioni economiche dovute alla crisi o, infine, per ragioni di isolamento, riduzione degli spostamenti, difficoltà di avere contatti amicali e familiari. Proprio per questo la Fondazione BRF ha elaborato un questionario – che invitiamo tutti a realizzare – che consentirà di comprendere come ognuno di noi si sta preparando a festeggiare i prossimi giorni.

 

Guarda il video del professor Piccinni ospite di Linea Verde (Rai1)

Qui di seguito, invece, ecco l’intervista che abbiamo realizzato al presidente della Fondazione BRF, lo psichiatra Armando Piccinni, per comprendere quali sono i fattori di rischio psicologico nel periodo natalizio, quali potrebbero essere le categorie più a rischio e, soprattutto, in che modo poter trascorrere sereni giorni di festa.

Che Natale ci aspetta, professore?
Le possibilità che ci si pongono davanti sono essenzialmente due: c’è chi vivrà il periodo festivo lontano dai propri cari, costretto su un letto di ospedale o chiuso in una stanza in isolamento; e chi, invece potrà quantomeno godere del calore familiare pur dovendo rinunciare a tavolate, feste in piazza o shopping sfrenato. Le feste natalizie, il momento di maggiore conforto familiare, metterà inevitabilmente ancora più in evidenza come il virus riguardi tutti proprio per questi motivi. Quello che ci accomuna ormai da mesi, è un senso di provvisorietà, di timore per il futuro, di paura per quello che potrà accadere. Sentimenti a seconda delle emotività più o meno duri da affrontare specie in un momento in cui tradizionalmente siamo abituati a stringerci attorno ai nostri cari.

Quali sono i fattori di rischio psicologico nel periodo natalizio?
Normalmente il periodo di Natale prevede una vicinanza molto forte e prolungata tra i membri della famiglia. In questo periodo di maggiori restrizioni la vicinanza tra famigliari è divenuta molto più frequente e prolungata, tenendo conto che si tratta di una condizione forzata è possibile che ci sia il rischio che si generino delle tensioni e possa venire meno la tolleranza l’uno dell’altro. Si tratta in pratica di un periodo in cui il nostro stile di vita è stato modificato. E’ possibile che si generino momenti di intolleranza. Dobbiamo cercare di essere più flessibili riguardo alle nostre abitudini e più tolleranti nei confronti di quelle degli altri. Gli altri, non meno che noi, sono nella nostra medesima condizione. Al contrario, chi vive in solitudine tutto l’anno proprio in questo periodo sente maggiormente il peso della propria condizione e la mancanza delle persone care. Dobbiamo ricordarci di sostenerli e aiutarli.

Che ripercussioni avrà la pandemia di COVID sulle famiglie e sui singoli?
Oltre agli aspetti affettivi e sociali, bisogna ricordarci di chi l’angoscia del Natale la sente per le restrizioni economiche che è costretto a subire. Se tra i nostri amici o parenti ci sono persone in queste condizioni ricordiamoci di loro e se con delicatezza riusciamo a dare un qualsivoglia aiuto questo potrà scaldare il cuore nostro e di chi lo riceve.

Come possiamo proteggere i bambini dai timori legati a questo Natale?
Un discorso a parte meritano i bambini. I più piccoli non hanno ancora l’abitudine al tipo di Natale a cui noi siamo abituati. L’esperienza di questo Natale in qualche maniera resterà come un segno permanente che avrà il suo valore formativo, proprio come tutte le difficoltà superate e vinte. Resterà nella loro testa come il Natale del Covid. Sta a noi adulti cercare di attenuare più possibile i sentimenti di paura e di ansia. Bisogna tener conto che, rispetto anche al primo lockdown, i più piccoli vivono un profondo senso di disorientamento dovuto a un orizzonte aleatorio e non percepito come vicino. Ma i bambini, soprattutto, vedono i genitori come delle piccole divinità e se vedono i loro “dei” ansiosi e preoccupati, loro ingloberanno questi sentimenti. Vedere, invece, i propri genitori rilassati e in armonia permetterà ai più piccoli di vivere serenamente le feste. Anche questo Natale dovrà rimanere per i bimbi momento di gioia e di magia. Babbo Natale non si farà fermare dal Covid.

Come vivere, dunque, al meglio le nostre feste?
Le festività natalizie, comunque vada, saranno in ogni caso un’isola di serenità e di gioia, uno stacco anche provvisorio dal panorama sconsolante che in questo periodo ci circonda. Anche per questa ragione è il momento di rivalutare la valenza spirituale della festa a discapito di quella consumistica. Bisogna cogliere l’occasione per fare qualche piccola buona azione, pensando alle persone meno fortunate di noi e al modo in cui potremmo donare un sorriso a qualcuno. Fare del bene ci farà del bene.

Come possiamo stare vicino a chi, invece, dovrà passare le feste in isolamento?
L’affetto ed il legame in questi casi si trasmettono anche con piccole azioni che testimonino l’amore verso la persona fisicamente distante. L’amore, dopotutto, è un sentimento di per sé “strano” che non è mai sopito, non conosce stasi, ha bisogno di essere alimentato continuamente da segnali, messaggi, frasi. Far arrivare ai nostri cari un pacchettino, un messaggio, una lettera scritta a mano, un piccolo dono, anche piccole cose di scarso valore venale ma di grande valore affettivo e donati con garbo e grazia, serviranno a far capire che quella persona ci manca, che il nostro pensiero è rivolto a lei.

Quali possono essere i benefici per il nostro cervello?
I pensieri di affetto fanno sempre bene al cervello, migliorano la sua attività ed alimentano la positività. Credere che il nostro cervello sia a capo solo della nostra attività razionale è sbagliato. Fondamentale è anche la parte emotiva che, specie in questo periodo, si ritrova ad essere determinante anche per l’attività razionale.

 

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