Così l’intelligenza artificiale potrà dare un’occhiata ai nostri pensieri. Una nuova tecnologia riesce a cogliere l’essenza delle storie che una persona ascolta o immagina. Ma c’è ancora tanto lavoro da fare

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Ebbene sì, l’intelligenza artificiale potrebbe a breve fare una capatina nel nostro cervello e leggere così i nostri pensieri, traducendoli in testi. Invece di trasformare comandi o testi scritti da persone in qualcos’altro (immagini, video, eccetera) questo sistema basato sull’IA è in grado di ricostruire il pensiero e l’attività mentale delle persone rendendoli testuali, concretizzandoli. Questo pare essere il risultato della sperimentazione portata avanti da un gruppo di scienziati che ha sviluppato una sorta di intelligenza artificiale.

Lo studio, pubblicato sulla rivista scientifica Nature Neuroscience, è opera di Jerry Tang, un dottorando in informatica, supportato dal professore di neuroscienze e informatica Alex Huth dell’università di Austin. La sua particolarità sta nel fatto che, rispetto ad altre soluzioni simili, non necessita di impianti chirurgici. Non è un procedimento invasivo, cioè non prevede l’introduzione di nessun apparecchio o strumento all’interno del corpo delle persone, ma si avvale di un sistema di decodificazione linguistica (un decodificatore semantico) e di uno scanner fMRI, strumento usato per effettuare risonanze magnetiche funzionali e quindi per rilevare l’attività cerebrale.

È la prima volta che un “decodificatore” dell’attività neurale riesce in modo non invasivo a leggere nella mente intere frasi, parti di storie, e non solo parole come i prototipi precedenti erano riusciti a fare. Lo strumento è capace di capire solo con i dati della risonanza il significato di una storia solo immaginata (non ascoltata) dai partecipanti o il contenuto di un film muto visto da loro…

 

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