Dal disturbo bipolare ai disturbi dell’energia

E’ forse il più grande psichiatra vivente. Jules Angst, 86 anni, allievo di Manfred Bleuer, figlio di Eugene, è l’inventore della scala HR32 che misura l’ipomania. Alle soglie del novantesimo anno, il grande professore svizzero è sempre un attento osservatore dei fenomeni in movimento della pschiatria. Mario Campanella, membro del Comitato Scientifico della Fondazione BRF Onlus, lo ha intervistato in esclusiva per noi. 
“Il disturbo bipolare di tipo II – dice Angst – da molti potrebbe essere indicato in prospettiva come disturbo dell’energia. Almeno il 10 % dei bipolari, in generale, non danno risposte sufficienti di marcata energia. Questo significa che, in base al nuovo DSM 5, avremo un 10 % di bipolari in meno. L’alta attività energetica ha la precedenza su tutto, ma per la diagnosi ci vogliono altri sintomi”. 
“Del resto – osserva il cattedratico – per diagnosticare il disturbo bipolare II ci vuole la depressione maggiore alternata a 3 /7 sintomi ipomaniacali, anche se ci sono forme non specifiche per cui in presenza di una transizione verso l’altissima energia c’è bisogno almeno di un altro sintomo, e di conseguenze serie nella vita della persona, come spendere molti soldi, rompere traumaticamente relazioni, etc. Avere il morale a terra o essere euforici in relazioni a lutti o innamoramenti può essere del tutto normale, cosi come variare di umore è normale. Sono gli eccessi quelli che devono risuonare come campanelli d’allarme.
L’erede naturale della tradizione svizzera precisa che : “l’alta energia di per sé può essere normale, ed è molto utile se associata con la produttività, la creatività e il successo nella nostra società”. L’energia alta o bassa rappresentano solo uno dei sintomi dei disturbi dell’umore, e non possono da sole dare una diagnosi. Può essere misurato indirettamente da  registrazioni di attività motoria (numero di passi, etc.) o da valutazioni soggettive. Cambiare umore può essere semplicemente espressione di un carattere capriccioso, o magari essere espressione di un disturbo di personalità”.
“Il concetto di derubricazione di alcuni elementi oggi catalogati in disturbi dell’umore a disturbi dell’energia – spiega il Presidente della Fondazione BRF Onlus, il Prof. Armando Piccinni – è il prossimo futuro della psichiatria”. 
D’accordo anche Stefano Pallanti, professore associato a Firenze che Mario Campanella ha intercettato a riguardo: “Credo che si debba ragionare in questi termini nel futuro – commenta Pallanti – e ne parlai anche con Angst: molte persone si ritroverebbero in questa dimensione, fuori da un concetto di spettro bipolare che rischia di essere molto riduttivo e poco interpretativo della realtà”. Anche Alessandro Salvini, decano degli psicologi clinici e storico ordinario a Padova, considera il passaggio come “una necessità: è un termine desueto, quello bipolare, che non tiene conto della realtà”.