Caso Melito: il parere della Fondazione BRF

L’omicidio il 25 maggio scorso. Per il cattivo andamento scolastico, la donna aveva negato alla ragazza l’uso dei dispositivi, con cui passava molto tempo sui social. L’Osservatorio dei minori: “Genitori dialoghino piuttosto che delegare e la scuola educhi al corretto uso dei media”. Gli esperti: “Internet, dipendenza come droga”


Donatella Marazziti, direttore scientifico della Brf (Brain Research Foundation), e Mario Campanella, giornalista e presidente dell’associazione “Peter Pan”, sono gli autori di una ricerca effettuata proprio in Calabria sull’utilizzo e la dipendenza da internet che sarà pubblicato a dicembre. Anche per loro, l’omicidio di Melito “non può non essere letto alla luce di una disconnessione profonda tra l’agire e la dipendenza , perché ormai un ragazzo su tre non può prescindere dall’utilizzo di internet”. “Esiste una correlazione simile alla dipendenza chimica – scrivono Marazziti e Campanella – che scatena reazioni violente nella privazione, certo non paradossali e drammatiche come nel caso di Melito Porto Salvo. I meccanismi deputati all’affettività vengono coinvolti con effetti che richiamano a un’aggressività primordiale, del tutto identici alla deprivazione da sostanze che si registra nelle tossicodipendenze. Purtroppo in Italia le ragioni degli adolescenti, in termini di prevenzione, non trovano alcuna ospitalità. Accanto a Regioni virtuose come la Lombardia, che utilizzano percorsi psicoterapici per i ragazzini, e come la stessa Calabria, che ha appena approvato un protocollo per la prevenzione del fenomeno, ce ne sono tantissime altre, quasi la maggioranza, che non investono un euro su questi aspetti”.


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